Detentàcolàti

I Tentacoli parlano delle mille trappole del potere. Il potere acceca, miete, distrugge. Come un virus annacqua lo sguardo e disumanizza chi lo agisce. Il potere accaparra i sentimenti e lascia storditi, basiti, esterrefatti. Come un morto vivente, il potere rinizia ogni giorno identico a se stesso, insensibile agli strali che gli lanci, con i suoi rituali scolpiti nella roccia. Esiste un potere forte, sparato con i cannoni e con le bombe. Ed uno strisciante, travestito magari da rispetto e comprensione. Un potere che viaggia con il sorriso e frasi di sorniona compiacenza. Quando annuso il potere a volte ne rimango tentacolarizzato, desiderando essere dall’altra parte della barricata: dove si impone e si decide se esisti oppure no. Ma penso che c’è forse un’alternativa all’identificazione con l’aggressore che è, semplicemente, – si fa per dire…- permettersi di esistere. Si percepisce di esistere quando ci si sente in grado di fare, agire o pensare per quello che si è e non per come dovremmo o potremmo essere. O per come l’altro vorrebbe che fossimo. Allora ci de-zombifichiamo e riannusiamo odori e rigustiamo sapori, ricordandoci che cosa è la vita. A volte dovremo piegare la testa, altre alzarla con orgoglio. In ogni caso, lo faremo da vivi. Tutto questo diventerà una stimolante sfida, che abita nella zona grigia tra i tentacoli e la tua pelle.