Annusando il colore fresco dei campi

Io sono un poeta, nei gesti nei modi e negli atti. Non rispetto le rigide regole del senso o gli schemi compassati dei silenzi e delle repliche.

Io sono intermittente e appassionato. Sono il fiume carsico di me stesso. Sono onda e spiaggia, relitto e guardia costiera. Sono adolescente che si azzuffa col nemico e che amoreggia con se stesso all’ombra. Sono pescatore dalle mani vuote, vino che scorre a buon mercato nelle caraffe degli amici, cavolo a merenda e bistecca alla fiorentina.

Sono tifoso di calcio e leggo Lacan. Sono precario ed aspiro ad una stabilitá che intellettualmente rifiuto. Perchè amo sostare ai bordi del mondo per poi costruire una fantasia, che cresce quando la pancia è vuota ed esiste una mancanza ad essere.

Vibro con le persone e questo mi basta. Le strane assonanze mi portano a sognare di notte ciò che a breve distanza accadrà e teorizzo, senza scomodare Dio o gli Archetipi, che esiste una mente relazionale.

Non ho un’opinione su tutto e spesso mi sento ignorante. Mi vergogno delle mie produzioni, che comunque ho finalmente trovato il coraggio di esporre. Inoltre, sento di amare, se amare significa generare parti di me che prenderanno forme loro.

Per questo ho messo al mondo figli, ho scritto libri e lascio tracce nei boschi in cui corro con lola, annusando con lei il colore fresco dei campi, proprio come fanno i cani ed hanno dimenticato gli umani.