In ogni solitudine, c’è un verso di poesia e direzione

LUNANOTTE

 Sottofondo – “in un mi minore”

di Stefano Cencetti

Il titolo è il verso nella solitudine che ho scritto ieri, e che magicamente ha trovato nota (in “un mi minore”), la nota di un caro amico, Stefano Cencetti, che è musicista e direttore d’orchestra, e che fa musica seria, mica come la mia, che la notte se la porta via.

Il tocco del “mi minore” viene da Federica Totaro (direttamente dal suo angolo della Fede). E il pezzo di Stefano lo senti in sottofondo.

Al primo anno di psicologia, poco più che ventenni, con Stefano si parlava di come sarebbe stato bello battere i piedi per pomeriggi interi sui marciapiedi. Da quell’immagine, ci siamo incontrati quest’estate in una frettolosa cena nei dintorni di San Casciano, a qualche festa dell’unità, a raccontarci delle reciproche traiettorie di vita, semplicemente con il piacere addosso e la voglia di scriverci e suonarci sopra. Che a me, se togli le note e la penna, e magari la chitarra, non rimane poi molto.

Allora Stefano oggi mi ha fatto un regalo, che mi piace vederlo come un regalo di Natale ritardato. In quei due minuti di tempo che si è dato, il suo talento e la sua sensibilità hanno gettato giù questa melodia che è struggente e rappresenta proprio la mia musica, che lui sa e riconosce, perchè la sente dentro.

Improvvise fette di sole nel buio che movimenta. Una casa brumosa in Irlanda alla fine di una corsa, proprio quando il calore del corpo ha ammansito il freddo pungente. Poi mi sa di spiaggia in Spagna, si e no a tre quarti dell’estate, si e no a tre quarti del pezzo. Poi ritorno in Norvegia, a mezzo fiordo di distanza dall’età che avanza.

Grazie Stefano, sicuramente verso di poesia e direzione.

Si fa un disco.